DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16 ottobre 2012
Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non
comunitari per lavoro non stagionale nel territorio dello Stato, per l'anno
2012. (Gazzetta Ufficiale n. 273 del 22 novembre 2012)
IL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI
Visto il decreto legislativo 25 luglio 1998, n.
286, e successive modificazioni ed integrazioni, recante il Testo unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero;
Visto, in particolare, l'art. 3 del testo
unico sull'immigrazione, il quale dispone che la determinazione annuale delle
quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato avviene con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla base dei criteri
generali per la definizione dei flussi d'ingresso individuati nel documento
programmatico triennale, relativo alla politica dell'immigrazione e degli
stranieri nel territorio dello Stato, e che «in caso di mancata pubblicazione
del decreto di programmazione annuale, il Presidente del Consiglio dei Ministri
puo' provvedere in via transitoria, con proprio decreto, entro il 30 novembre,
nel limite delle quote stabilite nell'ultimo decreto emanato»;
Visto il
decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, e successive
modificazioni ed integrazioni, regolamento recante norme di attuazione del testo
unico sull'immigrazione; Visto il decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale -
n. 172 del 25 luglio 2012, recante attuazione della direttiva 2009/52/CE che
introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di
datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno e'
irregolare;Considerato che il documento programmatico triennale non e' stato
emanato;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 30
novembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana -
Serie generale - n. 305 del 31 dicembre 2010, concernente la programmazione
transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori extracomunitari non stagionali
nel territorio dello Stato per l'anno 2010, che prevede una quota massima
d'ingresso per motivi di lavoro non stagionale di 98.080 lavoratori non
comunitari, che si aggiunge alla quota di 6.000 lavoratori non comunitari gia'
prevista, in via di anticipazione, con il decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri 1° aprile 2010, per una quota complessiva autorizzata per l'anno
2010 pari a 104.080 unita';
Visto il decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri 13 marzo 2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana - Serie generale - n. 92 del 19 aprile 2012, concernente la
programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari
stagionali e di altre categorie nel territorio dello Stato per l'anno 2012, che
prevede tra l'altro, all'art. 2, come anticipazione della programmazione dei
flussi d'ingresso per l'anno 2012 di lavoratori non comunitari per motivi di
lavoro non stagionale, una quota di 4.000 cittadini non comunitari residenti
all'estero che abbiano completato programmi di istruzione e formazione nel paese
di origine ai sensi dell'art. 23 del citato testo unico
sull'immigrazione;
Tenuto conto delle esigenze di specifici settori
produttivi nazionali che richiedono lavoratori autonomi per particolari settori
imprenditoriali e professionali;
Visto l'art. 21 del citato testo unico
sull'immigrazione, circa la previsione di quote riservate all'ingresso di
lavoratori di origine italiana;
Considerata inoltre l'esigenza di consentire
la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro
autonomo di permessi di soggiorno rilasciati ad altro titolo;
Considerato che
la disposizione transitoria prevista dall'art. 5 del decreto legislativo n. 109
del 2012 sopra citato, prevede la facolta' per i datori di lavoro che occupano
irregolarmente lavoratori stranieri presenti sul territorio nazionale, di
dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro allo sportello unico per
l'immigrazione;
Rilevato che permane comunque l'esigenza di prevedere - quale
ulteriore anticipazione della programmazione dei flussi di ingresso in Italia,
per l'anno 2012, di lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non
stagionale - specifiche quote destinate, rispettivamente, all'ingresso di
lavoratori autonomi, di lavoratori di origine italiana, nonche' di prevedere
quote destinate alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato
e per lavoro autonomo di permessi di soggiorno rilasciati ad altro
titolo;
Considerato che - avuto riguardo all'attuale congiuntura economica in
Italia che evidenzia una generale contrazione dei livelli di occupazione - e'
opportuno prevedere gli ingressi di lavoratori non comunitari per motivi di
lavoro non stagionale in misura ridotta, fatte salve eventuali successive
esigenze, rispetto alla corrispondente quota complessivamente autorizzata con i
citati decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri 1° aprile 2010 e 30
novembre 2010;
Rilevato che ai fini anzidetti puo' provvedersi con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottare, in via di
programmazione transitoria, nel limite della quota complessivamente utilizzabile
per l'anno 2012, risultante dalle corrispondenti quote di ingresso per motivi di
lavoro non stagionale autorizzate, con il decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri 1° aprile 2010 e con il decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 30 novembre 2010, detratta la quota di 4.000 unita' gia' disposta, per
l'ingresso di lavoratori formati all'estero, dall'art. 2 del decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 13 marzo 2012;
Decreta:
Art. 1
1. A titolo di anticipazione della programmazione dei flussi
d'ingresso dei lavoratori non comunitari per motivi di lavoro non stagionale per
l'anno 2012, sono ammessi in Italia, in via di programmazione transitoria, per
motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini
stranieri non comunitari entro una quota complessiva di 13.850 unita'.
Art. 2
Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e' consentito
l'ingresso in Italia, per motivi di lavoro autonomo, di 2.000 cittadini
stranieri non comunitari residenti all'estero appartenenti alle seguenti
categorie: imprenditori che svolgono attivita' di interesse per l'economia
italiana; liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate, oppure non
regolamentate ma comprese negli elenchi curati dalla pubblica amministrazione;
figure societarie di societa' non cooperative, espressamente previste dalle
disposizioni vigenti in materia di visti d'ingresso; artisti di chiara fama
internazionale o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti
pubblici oppure da enti privati.
Art. 3
Nell'ambito della quota di
cui all'art. 1, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non
stagionale e di lavoro autonomo, entro una quota di 100 unita', lavoratori di
origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in
linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e
Brasile.
Art. 4
1. Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e'
autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato
di:
a) 4.000 permessi di soggiorno per lavoro stagionale;
b) 6.000
permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
c)
500 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati ai
cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell'Unione europea.
2. Nell'ambito della quota di cui all'art. 1, e' inoltre autorizzata
la conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di:
a) 1.000
permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
b)
250 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai
cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell'Unione europea.
Art.
5
Le quote per lavoro subordinato previste dal presente decreto saranno
ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla base delle
effettive domande pervenute.
Art. 6
I termini per la presentazione
delle domande ai sensi del presente decreto decorrono dalle ore 9,00 del
quindicesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente decreto
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Art. 7
Trascorsi
novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana, qualora vengano rilevate quote
significative non utilizzate tra quelle previste dal presente decreto, tali
quote, ferma restando la quota complessiva prevista dall'art. 1, possono essere
diversamente ripartite dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla
base delle effettive necessita' riscontrate sul mercato del lavoro. Roma, 16
ottobre 2012
Il Presidente: Monti
Registrato alla Corte dei conti il
14 novembre 2012 Presidenza del Consiglio dei Ministri registro n. 9, foglio n.
239
giovedì 29 novembre 2012
lunedì 26 novembre 2012
COOP, SPOT LITTIZZETTO : ALCUNE LAVORATRICI LE SCRIVONO
"""""""""
Cara Luciana,
lo sai cosa si nasconde dietro il sorriso di una
cassiera che ti chiede di quante buste hai bisogno? Una busta paga che non
arriva a 700 euro mensili dopo aver lavorato sei giorni su sette comprese tutte
le domeniche del mese. Le nostre famiglie fanno una grande fatica a tirare
avanti e in questi tempi di crisi noi ci siamo abituate ad accontentarci anche
di questi pochi soldi che portiamo a casa. Abbiamo un’alternativa secondo te?
Nei tuoi spot spiritosi descrivi la Coop come un mondo
accattivante e un ambiente simpatico dove noi, quelle che la mandano avanti, non
ci siamo mai. Sembra tutto così attrattivo e sereno che parlarti della nostra
sofferenza quotidiana rischia di sporcare quella bella fotografia che tu
racconti tutti i giorni.
Ma in questa storia noi ci siamo, eccome se ci siamo, e
non siamo contente. Si guadagna poco e si lavora tanto. Ma non finisce qui. Noi
donne siamo la grande maggioranza di chi lavora in Coop, siamo circa l’80%.
Prova a chiedere quante sono le dirigenti donna dell’azienda e capirai qual è la
nostra condizione.
A comandare sono tutti uomini e non vige certo lo
spirito cooperativo. Ti facciamo un esempio: per andare in bagno bisogna
chiedere il permesso e siccome il personale è sempre poco possiamo anche
aspettare ore prima di poter andare.
Il lavoro precario è una condizione molto diffusa alla
Coop e può capitare di essere mandate a casa anche dopo 10 anni di attività più
o meno ininterrotta. Viviamo in condizioni di quotidiana ricattabilità, sempre
con la paura di perdere il posto e perciò sempre in condizioni di dover
accettare tutte le decisioni che continuamente vengono prese sulla nostra pelle.
Prendi il caso dei turni: te li possono cambiare anche
all’ultimo momento con una semplice telefonata e tu devi inghiottire. E chi se
ne frega se la famiglia va a rotoli, gli affetti passano all’ultimo posto e i
figli non riesci più a gestirli.
Denunciare, protestare o anche solo discutere decisioni
che ti riguardano non è affatto facile nel nostro ambiente. Ci è capitato di
essere costrette a subire in silenzio finanche le molestie da parte dei capi
dell’altro sesso per salvare il posto o non veder peggiorare la nostra
situazione.
Tutte queste cose tu probabilmente non le sai, come non
le sanno le migliaia di clienti dei negozi Coop in tutta Italia. Non te le hanno
fatte vedere né te le hanno raccontate. Ed anche a noi ci impediscono di
parlarne con il ricatto che se colpiamo l’immagine della Coop rompiamo il
rapporto di fiducia che ci lega per contratto e possiamo essere licenziate.
Ma noi non vogliamo colpire il marchio e l’immagine
della Coop, vogliamo solo uscire dall’invisibilità e ricordare a te e a tutti
che ci siamo anche noi.
Noi siamo la Coop, e questo non è uno spot. Siamo donne
lavoratrici e madri che facciamo la Coop tutti i giorni. Siamo sorridenti alla
cassa ma anche terribilmente incazzate.
Abbiamo paura ma sappiamo che mettendoci insieme
possiamo essere più forti e per questo ci siamo organizzate. La Coop è il nostro
posto di lavoro, non può essere la nostra prigione.
Crediamo nella libertà e nella dignità delle persone.
Cara Luciana ci auguriamo che queste parole ti raggiungano e ti facciano
pensare.
Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in
difesa delle donne e per la dignità del lavoro.
Con simpatia, un gruppo di lavoratrici
Coop"""""""""
*********************************************************
COMMENTO ALCOOP-AGL:
Siamo ovviamente disponibili a ospitare repliche da parte
della Azienda COOP su quest'argomento.
Per intanto vorremmo osservare che molti in questi giorni
parlano di violenza alle donne. Che spesso non è solo fisica ma anche morale,
non solo tra le mura domestiche ma anche sul lavoro.Spiace constatare che nel
mondo cooperativo stia andando avanti da anni il fenomeno delle retribuzioni più
basse e degli orari più sfavorevoli. Se questo può lenire il malumore delle
lavoratrici Coop, vorremmo rassicurarle che, a parte le atmosfere ovattate degli
spot pubblicitari, l'opinione pubblica e la clientela di tutte le Aziende della
grande distribuzione conosce abbastanza bene i loro sacrifici. Ma anche per i
clienti non c'è scelta. Andare al supermercato significa infatti risparmiare per
quel che si può in questa crisi. Quindi ci siamo un pò costretti tutti.
Purtroppo vige un altro brutto fenomeno che chiunque faccia sindacato in quei
contesti conosce bene: c'è troppa sottomissione, troppo timore, troppo egoismo
da parte della gran massa dei lavoratori. E su questo campano i cattivi
dirigenti che costruiscono il loro successo sullo sfruttamento. Purtroppo i
lavoratori dovrebbero, in questi contesti estremi, capire che in definitiva è in
mano loro la posibilità che certi personaggi continuino a fare profitti. Se non
c'è vera ribellione non c'è vero cambiamento.Come è altrettanto vero che, nel
panorama sindacale sono pochissimi i soggetti di cui ci si può fidare. Ma anche
qui c'è una responsabilità di quei lavoratori che per paura, invece di buttarsi
in prima persona nell'attività sindacale, la delegano a persone spesso senza
scrupoli e senza morale.Sembra che le donne che hanno scritto questa lettera
alla Littizzetto abbiano capito perfettamente tutto ciò. Ma per favore, non
fermiamoci allo spot che sicuramente la Littizzetto interpreterà anche contro la
violenza alle donne (e, ci scommetteremmo, con il contributo finanziario degli
stessi dirigenti Coop e magari con la regia di qualche cineasta di "sinistra").
Cerchiamo di guardare più in là, oltre anche al precariato (perchè è chiaro che
il futuro, tra pochi anni, sarà quello, ma per tutti, se non altro per
disinnescare la bomba ad orologeria sociale che verrebbe costruita dal
perpetuarsi dell'ingiustizia nel trattamento diseguale tra lavoratori in
situazioni diverse). Per esempio: nei mesi scorsi anche noi abbiamo denunciato
la via serba di Marchionne ai rapporti di lavoro. Non sarà mica che Renzi
(vincitore delle primarie nelle zone rosse e quindi anche col voto dei
cooperatori) e Bersani (storicamente considerato uomo vicino
all'imprenditorialità cooperativa) pensino che l'alternativa al modello FIAT sia
questo modello Coop?
Ecco, ci dicano loro cosa pensano della vostra situazione e
cosa vogliano fare per porre rimedio. E CGIL CISL UIL, oltre a criticare i
contratti pirata UNCI/CONFSAL , non sembra abbiano fatto molto per dimostrare
come i CCNL Alleanza Cooperative/Triplice siano poi tanto diversi. E l'Autorità
di vigilanza (la Direzione Generale Enti Cooperativi del Ministero dello
Sviluppo Economico, diretto da Passera) che potrebbe intervenire subito, non
ritiene che sia il caso di disporre ispezioni straordinarie a carico di Aziende
che per legge sono con frequenza annuale o biennale ispezionate da Legacoop
stessa? E può sopravvivere nel 2012 un sistema che preveda la coincidenza tra
controllore (Legacoop) e controllato (la COOP aderente a Legacoop alla quale
paga la quota associativa)? Care lavoratrici, solo interessandovi direttamente
di queste cose (altro che la povera Littizzetto) riuscirete a smuovere qualcosa.
E senz'altro noi saremo al vostro fianco.
giovedì 22 novembre 2012
IL GRANDE REGISTA KEN LOACH RIFIUTA UN IMPORTANTE PREMIO A TORINO E SI SCHIERA CON I LAVORATORI
Comunicato di Ken Loach:
I complimenti dell'AGL al Maestro inglese e la nostra solidarietà a tutti i lavoratori coinvolti.
"E' con grande dispiacere che mi trovo costretto a
rifiutare il premio che mi è stato assegnato dal Torino Film Festival, un premio
che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno
lavorato ai nostri film.
I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.
A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari.
In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.
Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio".
I festival hanno l’importante funzione di promuovere la cinematografia europea e mondiale e Torino ha un’eccellente reputazione, avendo contribuito in modo evidente a stimolare l’amore e la passione per il cinema.
Tuttavia, c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile.
A Torino sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari.
In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili.
Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, «Bread and Roses». Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.
Per questo motivo, seppure con grande tristezza, mi trovo costretto a rifiutare il premio".
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I complimenti dell'AGL al Maestro inglese e la nostra solidarietà a tutti i lavoratori coinvolti.
martedì 13 novembre 2012
GUERRA NELL'ETERE TRA SUPER BANDA LARGA E DIGITALE TERRESTRE.PAGHERANNO LE FAMIGLIE?
L'avvento della Super banda larga potrebbe mettere a rischio la visione della tv
digitale terrestre. Rassegnamoci ad udire tra breve, in ogni palazzo, le
imprecazioni sia di chi continuerà ad avere una connessione Internet
insoddisfacente sia di coloro per i quali il segnale TV digitale terrestre porrà
problemi.Già si parla del carico economico per le famiglie che dovranno pagare i
filtri per le antenne. Infatti è prevista l'accensione, per il prossimo
gennaio, della rete LTE necessaria per fornire i servizi di
banda larga in mobilità. Se non verranno risolti i problemi delle interferenze
tra frequenze a 800 MHz (ex canali 61-69, ora assegnati ai servizi di banda
larga mobile) e TV l'accensione provocherà problemi alla ricezione dei canali
televisivi trasmessi in digitale terrestre, con il conseguente oscuramento tv,
per risolvere il quale, in assenza di precise regole che pongano i costi a
carico delle aziende di tlc, le famiglie saranno costrette ancora una volta ad
affrontare spese per acquistare i filtri anti interferenze per le proprie
antenne, nonostante i tanti costi già sostenuti per il passaggio alla tv
digitale.
Ci appelliamo al Ministro Passera e ai governanti presenti e futuri, oltre al Tavolo Tecnico apposito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (cui auspichiamo siano ammesse le Associazioni dei Consumatori) perchè si eviti l'ennesima brutta figura al nostro Paese e ulteriori, insopportabili costi e disagi alle famiglie. Senza contare che se questo investimento strategico non decollerà il declino, anche per questo versante, dell'Italia, sarebbe irreversibile.
Ci appelliamo al Ministro Passera e ai governanti presenti e futuri, oltre al Tavolo Tecnico apposito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (cui auspichiamo siano ammesse le Associazioni dei Consumatori) perchè si eviti l'ennesima brutta figura al nostro Paese e ulteriori, insopportabili costi e disagi alle famiglie. Senza contare che se questo investimento strategico non decollerà il declino, anche per questo versante, dell'Italia, sarebbe irreversibile.
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